Heidegger rileva come la fine dell’umanesimo non debba aprire, automaticamente, a qualcosa di inumano.
Più sottilmente, Nietzsche aveva aperto a una diversa possibilità: la possibilità per cui la soppressione di esseri umani (o di individui di quel tipo che noi, a tutti i costi, vogliamo sempre chiamare “esseri umani”) non debba più incidere su qualunque concetto riguardante l’“umano”; bensì possa diventare una cosa su cui non valga la pena riflettere. Dov’è l’antiumano in questa possibilità? Infatti, tutto dipende da ciò che si chiama “essere umano”.
M. Heidegger, Lettera sull’«umanismo», Adelphi, Milano 1995, p. 81: «Che l’opposizione all’“umanismo” non implichi affatto la difesa dell’inumano, ma apra altre prospettive, dovrebbe essere ora un po’ più chiaro.» (p. 81).