Anders Behring Breivik ha risposto “Scrittore” al giudice che gli chiedeva la sua professione nel corso del processo che lo vedeva imputato per i fatti del 22 luglio 2011 in Norvegia.
Essere “scrittore” non dovrebbe mai poter essere considerato una professione. Si è “scrittori” solo tramite la decisione di un attimo, che però cambia la vita, ma di cui non si può essere poi più responsabili; un po’ come avviene per la decisione del suicidio: la decisione di un attimo. (Ovviamente non si parla qui dello scrittore postmoderno.) La differenza è che la decisione di essere scrittore può essere rilanciata diverse volte nel corso di una stessa vita, con esiti sempre diversi e inevitabili; cosa non possibile nel caso del suicidio.