Larry McMurtry, Le strade di Laredo

Lonesome Dove e Le strade di Laredo di Larry McMurtry rappresentano le due forme tipiche del romanzo: il romanzo epico e il romanzo psicologico. Il romanzo epico è la forma di romanzo che spiega la formazione di uno stato di cose – ponendo in relazione passato e presente e mostrando come le cose stanno insieme, che è il compito fondamentale del romanzo; mentre il romanzo psicologico è la forma di romanzo che è seguita alla forma del romanzo epico, senza porre la domanda dell’Origine, ma mostrando le relazioni psicologiche che si tracciano tra tipi diversi che si trovano ad occupare uno stesso ambiente, assunto come mondo intorno al quale non si pone la domanda dell’Origine. Ma il romanzo psicologico si trova ad avere a che fare con la questione della vicinanza, che è la questione che riguarda il meticciato. Infatti il romanzo psicologico affronta la vicinanza di tipi psicologici diversi ma che si trovano poi ad essere vicini. Così noi, lettori del romanzo Le strade di Laredo, passiamo da un personaggio all’altro, potendo saltare da personaggi di “razza bianca”, a personaggi che sono meticci messicani e meticci indiani. Questo non toglie che i due romanzi siano pensati secondo ottiche diverse. Se il romanzo epico è la forma naturale del romanzo quale evoluzione dell’epica, il romanzo psicologico è il frutto di una alleanza tra componenti di razze diverse, che ha nella vicinanza tra le cose il suo risultato meno mediato.

Tipi psicologici L’animale messicano Maria Garza è ciò che mette al mondo i mostri. Il “mostro” è, in questo romanzo, ciò che mostra la grandezza di Dio, che tutto può fare, nella sua riconosciuta e assoluta incomprensibilità. Tre tipi di mostri mette al mondo la perfetta creatrice di mostri Maria Garza: il mostro che deve essere abbattuto (il bandito Joey); il mostro che deve essere sopportato (l’idiota Rafael, simpatico a tutti nella sua perfetta ebetudine); il mostro che può essere parzialmente recuperato (il cieco Teresa, che Woodrow Call vuole mandare, infine, a proprie spese, in una scuola per ciechi, ora che tali istituzioni sembrano essere disponibili) da parte della “razza bianca”, che si riconosce ormai operante in quanto ideologia del compromesso. Woodrow Call, che in questa opera, inevitabilmente sbilenca, rappresenta la razza bianca, sarà vittima del primo mostro (Joey Garza), mentre ignorerà il secondo mostro (l’idiota Rafael), ma si farà carico del terzo mostro, il mostro cieco Teresa, permettendo a quel mostro, probabilmente, una vita dignitosa, molto meglio di quanto la propria origine di razza non avrebbe permesso. È questa genealogia di mostri che mostra che la stirpe dei mostri è ciò che deve infine essere considerata come vicinanza, al fine di essere accettata – in base al principio che il mostro non è il mostro che deve essere allontanato. Il meccanismo di Laredo accentua quello già presente in Lonesome Dove. Questo meccanismo è ciò che ha sempre mostrato il meccanismo dell’Eneide, probabilmente la prima opera della vicinanza. La perfetta creatrice di mostri Maria Garza è colei che mette al mondo Joey Garza, ma è anche colei che, ad un certo punto, quando si è resa conto che il mostro Joey Garza voleva togliere la vita alle altre due specie di mostri cui ella aveva dato vita (il mostro Rafael e il mostro Teresa), lo colpisce con un coltello e viene a sua volta colpita a morte da lui. Questo conferma il ruolo della Casa-rifugio, Clara favorisce il matrimonio di Lorena con Pea Eye, come si viene a sapere in Le strade di Laredo, spingendo Lorena a prendere l’iniziativa: «– Guarda che dovrai farti avanti tu con Pea Eye, – disse Clara. – Lui non ha la minima idea che lo vuoi. Secondo me non gli è mai passato per la testa, di poter aspirare a una bellezza come te.» (p. 23); Clara muore alla fine di Le strade di Laredo. Ingenuamente, Lorena considera la possibilità che anche uno dei suoi figli possa diventare un mostro. Maria ha messo al mondo un mostro (in realtà ne ha messi al mondo tre, ma Lorena, nella sua ingenuità, non se ne accorge, perché, come “mostro”, considera solo il primo tipo di mostro, cioè il mostro come sinonimo di “cattiveria”, non il mostro come sinonimo di “meraviglia”): «Che pena tremenda, avere un figlio traviato, non riuscire a riportarlo sulla retta via né sapere perché era diventato così. Si chiese [Lorena] come avrebbe potuto vivere se uno dei suoi figli fosse arrivato a odiarla come Joey sembrava odiare Maria.» (Le strade di Laredo, p. 417). Ma la creazione di mostri è proprio ciò che caratterizza il meticciato e ciò che la razza bianca deve pensare a proposito del meticciato, cioè a proposito del mondo che comprende anche il meticciato, al fine di allontanarlo, anziché di farsi carico della sua vicinanza. Pensare questa differenza è una conseguenza del pensiero della distanza, che separa una razza, mentre pensare la eventualità è una possibilità del pensiero della vicinanza.

Il Mostro (Digressione). Per mostro si intende qui l’essere straordinario la cui presenza è la manifestazione di un aspetto ambiguo della potenza divina. Abbiamo tre potenze estreme che manifestano la potenza divina, fra loro in aperto contrasto: potenza di Dio come violenza assoluta (il criminale Joey); potenza di Dio come silenzio assoluto (l’idiota Rafael); potenza di Dio come enigma assoluto (Teresa vagolante nella sua cecità verso l’altruismo). I tre figli-mostro di Maria Garza funzionano pure come la manifestazione assoluta del Male (Joey), dell’Indifferenza (Rafael), del Bene (Teresa).

Il mito I meticci messicani, quando sanno che il ranger Woodrow Call è presente nel luogo dove ha la sua tana il meticcio messicano Maria Garza, raggiungono il luogo del meticcio messicano Maria Garza per sputare addosso al ranger di “razza bianca” Woodrow Call, che molti banditi messicani ha impiccato, in quanto ladri di cavalli, lì ora casualmente presente. Ma questa cosa, che richiama il passaggio di alcuni meticci messicani, che non contano nulla, richiama comunque la mitologia della razza bianca, che è il mito della creazione della bevanda che permette la contaminazione delle razze – che adesso è la soluzione Eneide. Cioè la contaminazione estrema del mito con l’intervento del meticciato latino. Questo perché un meticcio non crea niente, e quello che un meticcio può fare è solo quello che un meticcio può fare facendo ciò che ha racimolato qua e là rubacchiando – alla razza bianca.

Presenza indiana (Famous Shoes, Ben Lily). La presenza indiana è ciò che si incontra percorrendo la terra. Meridiano di sangue (1985) di Cormac McCarthy presenta il principio della presenza indiana come presenza che la banda di Glanton deve sopprimere quando la incontra, girando a vuoto nel territorio dove è ancora possibile avere a che fare con la presenza indiana, cioè con i rimasugli della presenza indiana, vale a dire di ciò che aveva occupato la terra, prima che l’intervento della razza bianca ponesse la questione della presa della terra. La razza bianca pone sempre la questione della “presa della terra” perché è l’unica razza che può porre la domanda della terra e la questione dell’abitare la terra. Mentre il meticciato occupa solo la terra, oppure scorre la terra – ma il fatto di occupare la terra, oppure di scorrerla, non pone la questione filosofica dell’abitare la terra.

Il principio della vicinanza. Si può parlare di un principio della vicinanza perché non c’è più un principio della distanza fra le cose del mondo. Ogni cosa è diventata vicina all’altra. Così noi vediamo che la narrazione può scorrere dal cacciatore di taglie di razza bianca Woodrow Call al meticcio messicano e bandito Joey Garza, e poi al meticcio indiano Mox Mox, perché tutti questi tre esseri sono uniti a partire da uno stesso principio, che non è più il principio della distanza – ma è invece il principio della vicinanza di tutti gli esseri umani fra loro (principio che ha in sé la sua fallacia, così come l’arte del romanzo ha qui la sua fallacia in quanto arte del romanzo). Che cosa comporta l’arte della vicinanza? Il fatto che Joey Garza riconosca la propria origine di razza come razza che deve essere disprezzata, ed infine eliminata, in vista di un progetto globale di eliminazione del meticciato, cosa che egli, nel corso della propria carriera criminale, ha sempre fatto, disprezzando la madre, pensando di togliere la vita ai propri fratelli minorati e infine colpendo la madre a morte, quando ella voleva impedire l’uccisione degli altri due mostri. Dare voce al meticciato è permettere al meticciato di esprimere, in un modo o nell’altro, qualunque sia la forma scelta, l’odio verso la propria razza, che è antirazza – che è il punto più alto che il meticciato possa raggiungere.

Le carcasse del meticciato La carcassa di Joey Garza è trasportata lungo lo squallido villaggio messicano di Ojinaba da alcuni meticci messicani, che volevano appropriarsi la gloria di avere posto fine alla carriera di bandito del meticcio messicano Joey Garza. Il meticcio è antirazza, non si riconosce come razza. Alla base di ogni meticcio c’è Calandrino, personaggio-Pierino mirabilmente rappresentato dal meticcio italiano Giovanni Boccaccio nella sua fiction-panettone intitolata Decameron. Il meticciato messicano, come ogni forma di meticciato, deve sempre tendere alla autosoppressione.

Macchine per uccidere (Esempi di macchine per uccidere: Woodrow Call, Joey Garza, John Wesley Hardin, Mox Mox; in Lonesome Dove sono invece i fratelli Suggs a occupare questa posizione). In Meridiano di sangue la macchina per uccidere è presentata dalla banda di Glanton, che, ipnoticamente, gira il paese alla ricerca di indiani da uccidere (presenza indiana), essendo pagati un tanto a scalpo di indiano presentato, cioè di indiano fatto fuori.

La Macchina per uccidere Gus McCrae e Woodrow Call sono colpiti in modo irreversibile ad una gamba. Gus McCrae sceglie di morire e di non chiedere la vendetta sui meticci indiani che lo hanno condannato a morte. Quando, in Lonesome Dove, Call chiede a Gus se vuole che uccidano gli indiani responsabili della sua morte, Gus risponde. «– Oh no, Woodrow. Abbiamo vinto più del dovuto con gli indiani. Non ci hanno invitato qui, sai. Non c’è bisogno di essere vendicativi. Non ci provare, o ti rovino l’appetito [Call sta mangiando].» (Lonesome Dove, pp. 862-63). Questa è una risposta che nasconde il pensare per razze. Pensare per razze vuole dire andare oltre gli individui. Call sceglie di continuare a vivere, sceglie l’amputazione per poter continuare a uccidere, a uccidere il meticciato, a uccidere “il ragazzo messicano” – cioè il giovane meticciato messicano, perché il tempo del meticciato era allora ancora un tempo tutto nuovo: «Lorena si sentì disgustata. Quell’uomo [Woodrow Call] era più morto che vivo, forse sarebbe morto tra meno di un giorno, o meno di un’ora. Bisbigliava appena, aveva un braccio distrutto e una pallottola nel petto che lo faceva respirare come se russasse. Eppure voleva ancora uccidere. La compassione che aveva provato per la sua sofferenza svanì. Non tutta, ma quasi.» (Le strade di Laredo, pp. 346-47). Ma anche Call non pensa per razze. Un meticcio indiano, un meticcio messicano, un meticcio italiano, un meticcio slavo è sempre la stessa cosa sporca: è meticciato che deve essere tolto dal mondo, costi quel che costi, ad ogni costo perché è una cosa sporca che occupa il mondo, ogni forma di meticciato è vita indegna di vivere. Rappresentare la necessità di togliere la vita al meticciato, sia un meticcio indiano, sia un meticcio messicano, sia un meticcio italiano, sia un meticcio slavo, è l’impresa che la nuova epica, l’epica della distanza, deve celebrare nel nuovo racconto, che sarà allora il nuovo dire della razza. Call è la Macchina per uccidere. Mentre Joey Garza, Mox Mox e John Wesley Hardin sono il risultato di scelte compiutamente formulate da parte di degenerati, che scelgono di rappresentare la degenerazione della razza. Il problema di uccidere si pone solo da parte della razza che si pone il problema di rendere abitabile la terra. Non si pone dalla parte della antirazza, che invece si accontenta di scorrere la terra, oppure di occupare la terra. Questo perché il meticciato non abita la terra, ma occupa la terra, oppure scorre la terra.

Soluzione Eneide I meticci messicani di Ojinaga vanno nella casa del meticcio messicano Maria Garza per sputare su Woodrow Call nel momento in cui egli non può rispondere agli insulti. Ricordare che che Joey Garza ha visto Woodrow Call nella tana della madre, ma Woodrow Call non aveva la forza di prendere la pistola e ucciderlo. Ma proprio nella casa messicana del messicano Maria avviene la soluzione Eneide, cioè la fusione della razza bianca con l’antirazza e l’antipopolo (che qui è rappresentato dal messicano e dall’indiano). L’essere del meticcio è ciò che porta il meticcio a essere quel meticcio che è sempre stato. La soluzione Eneide pone la questione di ciò che porta la “razza bianca” ad accettare il meticcio Teresa, e i personaggi di “razza bianca” Lorena, Pea Eye, Charles Goodnight, a celebrare i funerali delle due cose messicane, la cosa Maria e il suo figlio mostro 1 Joey (il primo tipo dei tre tipi di forme mostruose che Maria Garza ha messo al mondo), e, prima ancora, Charles Goodnight a seppellire le carcasse dei meticci messicani e dei meticci indiani che facevano parte della banda di Mox Mox e la carcassa dello stesso Mox Mox, quando egli ha trovato quelle diverse carcasse. Questi seppellimenti costituiscono il disconoscimento della terra, cioè l’atto di violentare la terra, consistente nel che conficcare, a forza, dentro la terra, le carcasse di ciò che invece dovevano essere espulse dalla terra, affinché la terra torni ad essere quello che è sempre stata: la Terra della razza bianca. Che noi non riconosciamo più ciò che deve essere scacciato dalla terra, ma vediamo la fratellanza di ciò che giace sulla superficie della terra, dipende dal fatto che non crediamo più nel potere della terra di chiamare il suo abitante. Ma il meticciato è sempre ciò che si determina come ciò che deve essere espulso dalla terra. La dilogia di Larry McMurtry ribadisce una soluzione del tipo Eneide. Questo perché noi non abbiamo ancora un’epica della razza – mentre abbiamo, nella migliore delle ipotesi, il vecchio romanzo che informa sulle razze che si trovano a scorrere, occupare o abitare la terra. E abbiamo, quasi me ne dimenticavo, un mondo che è stato impestato dal meticciato più disgustoso fra tutti – cioè dal meticciato italiano (perché là dove il meticcio italiano non c’è, il meticcio italiano c’è), questo è ciò che deve guidare ogni lettura dei romanzi dell’Origine. La storia, la saga, è degenerata a racconto di tutti quanti indiscriminatamente presenti in un certo territorio, in un dato periodo di tempo (messicani, ranger, scout; non ci sono più gli indiani perché gli indiani sono stati sconfitti): se il genocidio non è stato possibile, è stato possibile la visione futura di un modo diverso di abitare la terra – nella filosofia di Nietzsche.

La Casa-rifugio La Casa-rifugio di Lorena e Pea Eye in Le strade di Laredo funziona come la Casa-rifugio di Clara Allen in Lonesome Dove, limitando la funzione di rifugio per Woodrow Call e per il Mostro 2 e il Mostro 3. Woodrow Call avrà solo la morte come uscita dalla Casa-rifugio, mentre il Mostro 2 e il Mostro 3 avranno un’uscita parziale.

Avviso per i Lettori Chiunque abbia letto i due romanzi della dilogia di Larry McMurtry deve avere sempre presente che il meticcio indiano Cherokee Jimmy Cumsa è l’unico personaggio della banda del meticcio indiano Mox Mox ad averla fatta franca e riconosciuto, da tutti i personaggi del romanzo, come il meticcio più pericoloso di tutta quella banda di meticci. Il meticcio indiano Cherokee Jimmy Cumsa era conosciuto col soprannome di “Jimmy lo Svelto”, perché lo si trovava sempre pronto a colpire alle spalle. Persino il meticcio indiano Mox Mox aveva paura del meticcio indiano Cherokee Jimmy Cumsa e della sua abilità di comparire sempre alle spalle «Mox Mox seguiva sempre i meccanismi fra i suoi uomini, durante uno scontro. A sei di loro riusciva a star dietro [la banda in questione era composta da sette meticci], ma Jimmy Cumsa – Jimmy lo Svelto – era così lesto che Mox Mox non riusciva mai ad anticiparne le mosse. Un minuto prima se lo vedeva davanti e quello dopo se lo ritrovava alle spalle.» (p. 212). Adesso, guardarsi le spalle dal meticcio indiano Cherokee Jimmy Cumsa è solo questione che riguarda il lettore che, forse incautamente, senza sapere a che cosa andava incontro, ha letto i due romanzi di Larry McMurtry, Lonesome Dove e Le strade di Laredo, – infatti non credo che un rappresentante dell’editore potrebbe rispondere ai danni eventualmente lamentati da parte di un lettore che, sentendosi danneggiato dalla presenza del maledetto meticcio indiano Cherokee alle sue spalle, dopo la lettura del romanzo, potrebbe fare presente all’editore (nel senso di chiedere all’editore di risolvere, in un modo o nell’altro, la presenza del meticcio indiano Cherokee Jimmy Cumsa); per come vanno le cose nelle questioni di razza e di antirazza adesso, penso proprio di no: qualunque danno è, quasi certamente, a carico completo del lettore, che a questo punto può essere indicato come lettore incauto. Mentre il meticciato, si tratti di un meticcio messicano, indiano, slavo, italiano, è sempre ciò a cui deve essere tolta la vita.

 

Larry McMurtry, Le strade di Laredo, Einaudi, Torino 2018, traduzione di Margherita Emo e Cristiana Mennella

Larry McMurtry, Lonesome Dove, Einaudi, Torino 2017, traduzione di Margherita Emo

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