Nella lingua inglese l’espressione portmanteau word indica una parola composta. La parola composta “Shitalian” è un portmanteau word presente nella lingua inglese. La parola composta “Shitalian” è il risultato della fusione tra la parola inglese shit (“merda”) e la parola inglese Italian (“italiano”). La lingua italiana non è una lingua che si presti facilmente alla creazione di parole composte. Io ho tradotto la parola composta della lingua inglese “Shitalian” con il neologismo italiano “merdìtalo”: esso comprende la parola italiana “merda” e la parola italiana “italo”. Io ho fuso insieme queste due parole della lingua italiana, ottenendo il composto “merdìtalo”. Sono molto orgoglioso di questa mia creazione.
Categoria: Ideologia
Porco Dio D’Italia
Umberto Eco apre appena alle fotografie delle calmucche nude guardate in Razze e popoli della terra di Renato Biasutti, da ragazzino. Nella stessa opera, Biasutti riporta una classificazione delle razze che meriterebbe lo stesso disincanto per le immagini che si ha da ragazzini, secondo la quale gli Italiani non dovrebbero essere inclusi nel gruppo di razza bianca che abita l’Europa. Ma di questo Umberto Eco non poteva fare cenno. E infatti non ne parla. I libri sono cose fatte con tanti pezzi messi insieme da parti diverse. Si finisce per leggere nei libri solo quello che uno è chiamato – dai libri – a leggere. Così come avviene per la terra, anche i libri sono abitati da spiriti che chiamano i loro abitanti, o i loro lettori. Chiamano per fare naufragio, chiamano per abitare con stabilità. Ma quello che divide libri e terra è il fatto che si scrivono i libri che si sarebbe voluto leggere. E qui risuona l’Eco del compianto.
Il mio disprezzo verso Umberto Eco è qualcosa che si lega al mio disprezzo verso l’Italia. Dio stramaledica l’Italia! Dio stramaledica Umberto Eco! Due facce della stessa merdaglia. Non per niente ho intitolato questo post: “Porco Dio D’Italia”. Umberto Eco è una faccia e una feccia del meticciato che fa il bullo in Europa. Il meticciato che fa il bullo in Europa è di due facce e di una stessa feccia: bullo di faccia slava, bullo di faccia latino-semita. Niente bulli in Europa, se niente meticciato in Europa. Niente slavi e niente latino-semiti in Europa, se niente meticciato in Europa. L’Europa alla razza bianca d’Europa.
In questo brutto regno segnato come regno dei segni, dove brutta gente di una brutta razza mira solo a lasciare impronte, io voglio solo sparire – senza lasciare traccia.
L’Europa alla razza bianca d’Europa.
Italia: Maledetto Paese!
Una barzelletta in tre tempi:
Tempo 1: Viene indetto un congresso internazionale sull’elefante.
Tempo 2: I paesi di tutto il mondo presentano una relazione sull’elefante.
Tempo 3: L’Italia si presenta con la relazione: “L’elefante nella Resistenza”.
A partire dal secondo dopoguerra, Maledetta Italia e Resistenza costituiscono un binomio inscindibile.
Dio stramaledica l’Italia!
Ma girovagando lungo la Resistenza, c’è un aspetto che non è ancora stato considerato: la possibilità – offerta appunto dalla Resistenza – di esplorare in modo definitivo gli Italiani. Ma in che modo? In quanto razza degenerata.
Perché “in modo definitivo”? perché si spera che agli Italiani non rimanga molto tempo da vivere.
Nel meticciato italiano è il segreto della degenerazione dell’Europa.
Italia: Maledetto Paese! Una nuova storia della Resistenza.
Smascherare la Resistenza non è solo togliere vita agli Italiani. Per questo vale la pena tornare a parlare di Resistenza.
Nella fine di quello sgorbio di nazione che è l’Italia sta il segreto di quello che l’Europa può finalmente essere.
Niente dimostra più della Resistenza il carattere degenerato del popolo italiano. E questo è alla fine il nuovo modo di considerare la Resistenza. Un modo di considerarla che parte dalle caratteristiche del popolo italiano. Quali sono le caratteristiche del popolo italiano? la tendenza al tradimento, il carattere infido, la naturalezza nel tendere agguati, la maestria nel colpire alle spalle, il piacere provato nel tramare inganni e complotti, l’arte di dissimulare intenzioni fraudolente, la banale semplicità manifestata nell’uccidere. Brutte caratteristiche! Brutta razza! Ma niente, più della Resistenza, ha permesso al popolo italiano di manifestare tutto questo. Perché? Perché la Resistenza permette di proiettare il patrimonio delle ignobili caratteristiche del popolo italiano nel progetto di un’epica che pretende di vedere la nascita di una nazione. Nazione in realtà fasulla. Non suona, tutto questo, come la redenzione del redentore? Ma di quale Redentore? Non è la redenzione aspettata da quel Superuomo di massa sino ad allora sconfinato nelle appendici dei giornali? Quanto Superuomo di massa si nasconde nei romanzi della Resistenza?
Ma tutto questo deve essere contrapposto alla condotta tenuta dal Giappone durante la guerra. Sia chiaro: l’Italia ha fatto bene a tradire la Germania nazista; perché lì, nel soffio del tradimento della maledetta Italia, l’Italia ha potuto manifestare il suo vero, stranamente meschino carattere (semmai ce ne fosse bisogno!). L’Italia doveva tradire Hitler. Vero, come è vero che gli Italiani meritavano la stessa sorte toccata a Zingari ed Ebrei: carro bestiame e canna fumaria; vero, come è vero che l’Italia – e non il Giappone – meritava il lancio delle bombe atomiche.
Che cosa indica la storia dell’Italia, di questo sputo di terra messo insieme da quello sputo di massoni che erano i Carbonari? Un modo di percorrere un tempo (gioco delle tre carte) determinato come storia (gioco delle tre carte) con una fissità innaturale (gioco delle tre carte). Che è la logica del baro. Fissità che è tipica del meticciato. La fissità è qualcosa che caratterizza il meticciato. Vale la pena ricordare l’andatura del golem descritta da Meyrink? Dio e demonio al tempo della creazione: razze e meticci. La musica di Rossini ha quella stessa innaturalezza di esporsi al mondo. A malapena la musica di Rossini ricorda la musica. La musica di Rossini è un modo di abusare della musica. Di violentarla. Solo rigidità catatonica del tempo. Che si fa pura ricorrenza. Con Rossini la musica diventa un gioco da esperti battitori del tempo. Avete presente la scimmietta che gira la manovella dell’organetto? la musica degli Italiani è tutta lì. Ma questo è l’artificio tipico del meticciato. Il suo segreto. Guai all’epoca che fa di questo artificio un’arte! Perché il meticciato è solo replicazione golemica. Meticciato di tipo negro-semitoide e meticciato di tipo mongolide. Emil Gilels era uno che pestava sulla tastiera senza esprimere niente. Era lo zimbello ucraino messo a punto dal meticciato mongolide per rimpiazzare – replicandolo – il meticcio italiano Rossini. Ormai crepato da tempo.
Su Lou von Salomé
Abbozzo di Nietzsche per una lettera a Lou von Salomé (prima di metà dicembre 1882):
«Fino a oggi non ho mai frequentato una p<ersona> misera come Lei
«ignorante – ma acuta
«ricca nello sfruttare ciò che sa
«priva di gusto, ma ingenua in questo difetto
«sincera e schietta nel particolare, di solito per orgoglio; in generale, per quel che riguarda l’atteggiamento complessivo, insincera (malata per eccesso di lavoro ecc.)
«Priva di qualsiasi tatto nel prendere e nel dare
«senza sentimento e incapace di amore
«nell’affettività sempre morbosa e prossima alla follia
«priva di gratitudine e di pudore verso chi le è benefattore
«infedele, e pronta a sostituire nei suoi rapporti qualunque persona con qualunque altra
«incapace di gentilezza d’animo
«avversa alla purezza e al candore dell’anima
«spudorata nell’esibizione dei propri pensieri, violenta con se stessa nei dettagli
«inaffidabile
«non “per bene”
«grossolana nelle questioni di onore
«mostruosa la negatività
« “un cervello con un principio d’anima”
«carattere del gatto – l’animale da preda che si atteggia ad animale domestico,
«la nobiltà come reminiscenza del contatto con persone più nobili
«una forte volontà, ma senza un grande oggetto
«priva di diligenza e di pulizia
«priva di senso civico
«sensualità crudelmente deviata
«tardivo egoismo infantile conseguente all’atrofia e al ritardo della sessualità
«capace di entusiasmarsi
«senza amore per il p<rossimo>, ma amore verso Dio
«bisogno di espansione
«astuta e perfettamente padrona di sé in relazione alla sensualità maschile»
Sono qui elencate le caratteristiche che distinguono l’attuale “donna in carriera”. Che si tratti di carriera intellettuale o no è irrilevante. La donna vi appare come qualcosa più vuoto dell’uomo. E più degno di essere disprezzato. Non che l’uomo sia esente da colpe. Tutt’altro! Ma nell’uomo c’è sempre qualcosa di più autentico. La donna, in questo campo, è qualcosa di più rozzo. Miguel Serrano: «L’uomo non vive di solo pane. La donna, sì.». Sarà forse perché, nella donna. manca l’aspetto realmente innovativo, capace di dare una svolta a ciò cui mette mano. Allo stato attuale la donna rimane una brutta copia dell’uomo. E in questi casi dell’uomo cattivo.
Deve infatti essere chiaro che l’emancipazione della donna non ha comportato altro che la creazione del tipo “donna in carriera”. Il lavoro non determina niente. La donna ha sempre svolto un lavoro, presso qualunque civiltà. Niente di più, poiché questo tipo è appunto il tipo adeguato alla modernità. Che è ciò da cui è stato promosso l’emancipazione della donna. Questo può dipendere dal fatto che la modernità non assegna una precisa funzione alla donna, come succedeva nelle società tradizionali. Poiché ha rinunciato a questa funzione.
Si potrebbe aggiungere che c’è un qualcosa che collega questo tipo di donna al mito del matriarcato, che, secondo gli ultimi risultati dell’etnologia, non sarebbe mai esistito. L’emancipazione della donna potrebbe così essere collegato a un falso mito – quale è il matriarcato.
La situazione è che Nietzsche vedeva la donna intellettuale come erede delle peggiori qualità dell’uomo intellettuale e se stesso come l’unico in grado di spezzare il meccanismo. Cioè il meccanismo della riproduzione del vecchio filosofo – o del vecchio intellettuale, come si preferisce dire adesso. Meccanismo che coinvolge uomini e donne, già allora intercambiabili. Poi, per quanto riguarda Nietzsche, si ha la quasi contemporanea comparsa di Zarathustra.
Friedrich Nietzsche, Epistolario, IV. 1880-1884, Adelphi, Milano 2004, pp. 279-280.
Miguel Serrano, Adolf Hitler, l’ultimo Avatara, 2 voll., Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2010, vol. II, p. 597.
Auschwitz e modernità
“Per chi la pensa come me, Auschwitz è il più grande ricettacolo di pregiudizi della modernità.”