Gli Italiani avrebbero ottenuto un posto rivelante nella storia delle frivolezze della modernità se avessero avuto il coraggio di fare dell’Expo l’Expo della Merda. Questo era l’argomento adatto a loro: non il cibo, ma la merda. Avrebbero così ottenuto, attraverso l’Esposizione, la loro piccola immortale tour Eiffel.
Categoria: Ideologia
Europa antisemita
Gli Italiani devono essere assimilati ai Semiti. Un vero antisemitismo, purtroppo ancora tutto da formulare in Europa, deve comprendere gli Italiani.
Finalmente!
Li deve stringere entrambi in un nuovo, autentico antisemitismo; che sarà l’abbraccio che viene dal cuore dell’Europa.
Da lì è necessario partire per un nuovo inizio del pensiero.
Tutto ciò che è italiano ha impronta africana. Vale anche per ciò che è spagnolo; un po’ meno per ciò che è francese.
Nietzsche riconosceva con certezza da sonnambulo il carattere africano del paesaggio ligure.
Vero antisemitismo
L’Europa ha bisogno di un vero antisemitismo. Una volta era la Croce ad andare a Nord. Ora è la Mezzaluna ad andare a Nord. Ma la razza da cui viene il pericolo di questo andare nel nord in Europa è sempre la stessa: è il pericolo rappresentato dalla razza semita. L’Europa ha bisogno di un vero antisemitismo. “Vero antisemitismo” vuole dire: fare i conti con il dio semita. Cioè con il dio, e con la razza che questo dio ha creato, che, da molto tempo, prima di questo tempo, vuole dominare in Europa.
Colonialismo
È possibile una storia del colonialismo come mai è stata tentata? Una storia che si ritorca contro l’Occidente, ma in un modo come finora non è mai stata prospettata. Un atto d’accusa all’Occidente, ma da un punto di vista diverso, Ecco qua un accenno.
Obiezione contro il colonialismo: non voleva creare una casta di schiavi. Era mosso da un basso desiderio di sfruttamento. Solo avidità, niente ideologia. Niente spregiudicatezza e, alla fine, ha fornito gli strumenti agli sfruttati per la ribellione.
Quello che Gobineau non ha considerato: il colonialismo è una debolezza, non un atto di forza dell’Occidente.
Lingue latine
Una possibilità per comprendere la differenza tra alcune lingue neolatine (segnatamente francese, spagnolo, italiano) può essere rintracciata nel modo in cui esse vengono abitualmente parlate. Italiano e spagnolo sono parlate a voce molto alta: il tono è aggressivo; perentorio; arrogante; intimidatorio. La persona a cui le parole sono rivolte è sempre qualcuno di cui diffidare, da mettere in soggezione. Non è mai visto come una persona con cui confrontarsi, proprio perché il tono sicuro, privo di sfumature della voce esclude in partenza qualunque obiezione da parte sua. Sono lingue che non prevedono un popolo, una comunità di parlanti, ma soltanto persone che possono capire delle parole in quanto bersaglio di un progetto nefasto, sempre teso ai loro danni. Sono lingue che richiamano un modo ansioso di essere nel mondo. Lingue fatte non per essere parlate, ma per essere abbaiate. Lingue fatte per indurre e ridurre al silenzio. Lingue per Indios. Lingue che però tradiscono, in coloro che le parlano, una certezza: non avere diritto a stare in quel posto, cioè in Europa; la certezza che solo con l’inganno essi potranno continuare a restare in Europa. E quindi l’accanimento a mantenere quanto raggiunto ad ogni costo. Il francese è sussurrato, discreto, riguardoso. La persona a cui questa lingua si rivolge è comunque una persona di cui si ha il massimo rispetto. Può non essere avvertito come un proprio pari, perché il tono, sempre molto riguardoso, è fatto apposta per evitare qualsiasi confidenza; ma nemmeno come una persona da intimorire. Probabilmente, è qui in gioco una sottile differenza razziale inerente a questi tipi latini. Spagnoli e Italiani rappresentano l’aspetto più africano del gruppo latino; i Francesi il popolo che più ha saputo liberarsi di questo influsso. Gli Italiani sono, tra i popoli latini, i più africani.