Lo sciamano e il superuomo

Contrapporre lo stile di vita modesto e nascosto di Nietzsche a quello plateale di d’Annunzio. Sono due atteggiamenti che la dicono lunga sul superuomo e i suoi fraintendimenti.
Nietzsche vedeva la propria attività come un lascito inevitabile per il futuro, da comporre in sciamanica solitudine, in accordo con la serenità della terra.
Paul Deussen, amico di Nietzsche, dopo avergli fatto visita a Sils-Maria nell’agosto del 1887, descrive così la stanza abitata da Nietzsche: «Era una modesta stanza in una casa di contadini, a tre minuti dalla strada maestra; Nietzsche l’aveva affittata per tutta la stagione a un franco al giorno. L’arredamento era quanto mai semplice. Da un lato stavano i suoi libri per la maggior parte da me ben conosciuti da tempo, poi c’era un tavolo rustico con una tazza da caffè, gusci d’uovo, manoscritti, oggetti per la toilette, il tutto in un variopinto disordine che continuava, oltre un cavastivali con uno stivale infilato, fino al letto ancora disfatto. Tutto faceva pensare a un servizio trascurato e a un padrone paziente, che accettava tutto.» (P. Deussen, Erinnerungen an Friedrich Nietzsche, Leipzig 1901, cit. in F. Nietzsche, Epistolario, V. 1885-1889, Adelphi, Milano 2011, p. 1161).

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