Li chiamavano I Tre Culetti. Ma uno per uno li chiamavano: Culetto Suadente, Culetto Puntiglioso, Culetto Crudele.
In Italia, quando una persona non parla da sola, parla sempre addosso a un’altra persona: parla con rabbia e a voce sempre più alta, allo scopo di soffocare la parola di qualunque altra persona. I Tre Culetti, invece, parlavano sempre uno dopo l’altro, in modo soffice e curiosamente ordinato. Vero è che, secondo alcuni, più che di un ordine del discorso, si trattava di monotonia “secca e sputata”; e vero è che la voce dei Tre Culetti era di una monotonia incredibilmente fastidiosa. Nessuno però poteva negare che, nel discorso dei Tre Culetti, ci fosse alla fine un ordine superiore e perfetto, regolato appunto dal passaggio alla parola dei singoli Culetti: Culetto Suadente cominciava una frase gorgogliante di verdose promesse, Culetto Puntiglioso la continuava con una rabbia biancastra che alludeva a lontane minacce, Culetto Crudele la terminava con una stoccata di rabbia rutilante.
C’era poi qualcuno che, proprio a causa delle sfumature di colori che il discorso dei Tre Culetti prendeva, a mano a mano che i singoli Culetti si passavano la parola, chiamava i Tre Culetti il Triculore.