Le voci dei morti

I morti da poco tempo hanno nei sogni uno speciale pallore di morte, che li rivela in modo particolare. Non parlano, stanno in disparte, fanno finta di niente. Non potendo fare a meno di ignorarli, li si tratta come persone appena tornate da un viaggio. Ma se, facendo finta di niente, li si osserva un poco, si scopre che qualcosa li ha resi diversi: sono più piccoli, più discreti, non vogliono attirare l’attenzione con il loro improvviso ritorno. Sempre sbirciandoli di nascosto, appunto per non inquietarli, non si può non fare l’errore di pensare che – di nuovo – non rimanga loro più tanto da vivere.
I morti sono come la voce di una razza appena dimenticata, della quale essi non hanno mai fatto parte; che però, in un soffio, vogliono dire a chi è sopravvissuto “vai avanti così”. Hanno lo sguardo passato di ciò che è postumo, ma con tenacia aspettano chi pure incitano ad andare avanti.

Shitalian

Nella lingua inglese l’espressione portmanteau word indica una parola composta. La parola composta “Shitalian” è un portmanteau word presente nella lingua inglese. La parola composta “Shitalian” è il risultato della fusione tra la parola inglese shit (“merda”) e la parola inglese Italian (“italiano”). La lingua italiana non è una lingua che si presti facilmente alla creazione di parole composte. Io ho tradotto la parola composta della lingua inglese “Shitalian” con il neologismo italiano “merdìtalo”: esso comprende la parola italiana “merda” e la parola italiana “italo”. Io ho fuso insieme queste due parole della lingua italiana, ottenendo il composto “merdìtalo”. Sono molto orgoglioso di questa mia creazione.

Brahms

Perché non mi è mai piaciuta la musica di Brahms?
È una musica che mi ha sempre dato fastidio. Un po’ come la musica di quei bastardi degli Italiani. Tutt’e due sono musiche che mi hanno sempre infastidito. Musiche mugugnone.
Però mi hanno sempre infastidito in un modo diverso. Ho provato a chiedermi perché.
Negli Italiani c’è la sporcizia di ciò che non ha razza. Lo si capisce subito. E in Brahms?
Intendiamoci: cosa è ancora germanico e cosa è sempre Italiano, o, meglio, merditalo?
La musica degli Italiani l’ho sempre mandata a fare in culo.
Rossini, Vasco o De Andrè, Verdi o Carosone o Morricone è sempre la stessa cosa di merda. Quindi non ne voglio parlare.
Più volte mi sono chiesto come definire la musica di Brahms.
Mi chiedo se la musica di Brahms non abbia la sua legittima definizione in quanto “strepito democratico”. Il romanticismo è passato, rimane lo sgonfiamento. Il romanticismo strepitava. Ma strepitava genialmente, solitariamente, aristocraticamente. Brahms strepita democraticamente.
Uffa! Ci mancava Gardiner a citare il verso di Borges.
La musica degli Italiani è ciò che non ha razza, perché lì parla ciò che, per “razza”, è condannato a non avere razza. La musica di Brahms è ciò che rinuncia ad avere razza: lì parla lo spirito di perversione che si appiccica ad una razza e ne accelera la rovina. Ed è questo, il gioco di quello spiritello maligno che mi infastidisce nella musica di Brahms!
Nietzsche trovava la musica di Haydn pervasa da un “sangue nero”. Sbagliato! La musica di Haydn è autenticamente musica germanica. Musica della razza bianca. La musica di Brahms ha frequenti tracce di musica gitana: tracce di Zingari!
Che differenza con la musica di Bruckner! La musica di Bruckner non accoglie niente di zingaro. È musica della razza.

Gramsci e il superuomo

1) Quel piccolo burocrate del pensiero che era Gramsci faceva una distinzione tra il superuomo che compare in Nietzsche e il superuomo a cui si rifacevano quelli che, nella sua nota, venivano definiti «nicciani»; Gramsci, tuttavia, non specificava chi egli intendeva col termine «nicciani». Solo il superuomo dei nietzscheani sembrerebbe così derivare dai protagonisti dei romanzi d’appendice, anziché derivare dalla filosofia di Nietzsche. (Quaderni dal carcere, vol. III, pp. 1879-1882, ved. anche vol. III, p. 1685).
2) Tuttavia il riferimento potrebbe funzionare anche per Nietzsche. Bisogna però togliere la puntualizzazione circa i romanzi d’appendice. Il superuomo potrebbe derivare dai protagonisti di alcuni romanzi, non solo dai protagonisti del sottogenere dei romanzi d’appendice.
3) In un frammento del novembre 1882-febbraio 1883, Nietzsche caratterizza il superuomo in questi termini: «Nel superuomo si trovano per sovrabbondanza di vita le stesse manifestazioni che si conoscono nei fumatori di oppio e la follia e la danza dionisiaca: il superuomo non soffre delle conseguenze.» (F. Nietzsche, Frammenti postumi 1882-1884, in Opere, VII/1/1, 4 [75], p. 125.)
4) Questo aspetto del superuomo è stato sempre ignorato, soprattutto da Heidegger.
5) Il superuomo di Nietzsche, partendo dal frammento sopra riportato, sembra caratterizzarsi come decostruzione dei protagonisti dei romanzi (non necessariamente dei soli romanzi d’appendice). Questa decostruzione investe il personaggio che compie azioni trasgressive, azioni che non lo vincolano in nessun modo per quanto riguarda le conseguenze. Si ha quindi un abbandono del naturalismo tipico del romanzo?
6) Ma Heidegger fornisce qui la migliore definizione del superuomo: «Per questo noi ci possiamo appena rappresentare il modo in cui devono ‘essere’ – e devono invero appartenere all’Essere e alla fondazione della sua verità – ‘qualcosa’ e qualcheduno che non ‘producano effetti’ e non si lascino alle spalle alcunché di compiuto.» (M. Heidegger, Ernst Jünger, Bompiani, Milano 2013, p. 477). Così Heidegger affossa quello che può collegare ad un progetto. A quanto di vecchio c’era nel progetto.