La differenza notata tra il primo e il secondo Heidegger potrebbe sempre più tendere a sfumare. Il passaggio da un tema all’altro in un tempo lungo prevede delle trasformazioni che potrebbero essere indicate come topologiche: poiché prevedono modifiche che escludono fratture sostanziali. Allora i temi sarebbero prima di tutto delle forme vuote, che un significato di volta in volta rintracciato permetterebbe di mettere in movimento. Un movimento completamente nuovo, in grado di creare novità assolute.
Questo dalla prospettiva della comparsa dei temi; dalla prospettiva del funzionamento dei temi è invece fondamentale la frattura tra un periodo e l’altro, anziché la persistenza.
Fine anno 2012
Anche nel 2013
DIO STRAMALEDICA L’ITALIA!
Terra di Meticci, Terra di Massoni, Terra di Mafiosi.
DIO STRAMALEDICA GLI ITALIANI!
Popolo di Meticci, Popolo di Massoni, Popolo di Mafiosi.
Il nuovo tema del Meister
Gli Anni di noviziato di Wilhelm Meister presentano un tema assolutamente nuovo nell’ambito del romanzo: il tema del vero artista. Il tema centrale del Meister è di solito indicato nello scontro tra decisione di consacrarsi all’arte e accettazione di una professione borghese; tra arte e non-arte. Quello che il romanzo presenta è un qualcosa di più sinistro, inscindibile dalla nuova epoca borghese, con modalità ancora riconoscibili nella nostra epoca. L’artista non è più colui che giunge pienamente formato, ma colui che deve affrontare un apprendistato; che in realtà è una selezione. Il fatto che, nel romanzo, l’apprendistato abbia esito negativo non dimostra la vittoria della borghesia, ma il fatto che il vero artista non ha bisogno di apprendistato e che, sottoponendosi ad esso, in nome dei principi della nuova epoca, alla fine egli arriva a fallire come artista. In questa nuova epoca, infatti, l’artista è qualcosa di non più necessario, quindi un qualcosa da formare attentamente affinché dia il risultato sperato.
Sfumature
Nessun pittore potrà mai dipingere tutte le sfumature di un tramonto. Nessun compositore potrà mai far suonare tutto il silenzio che è nella musica.
Io non potrò mai esprimere tutto l’odio che provo nei confronti del meticcio italiano.
L’accoglienza
Contrariamente a quanto intravisto da Massimo Cacciari ne L’Arcipelago, secondo cui l’Europa dovrebbe riconoscersi sotto il segno dell’accoglienza, come la figura di Zeùs Xénios suggerirebbe, l’Europa dovrebbe riconoscersi nella esclusione da sé, cioè nella cacciata di quei gruppi che, malgrado tutto, non sono autenticamente europei, perché risultato di un meticciato (come indicato dai popoli slavi e latini), nel riconoscimento della nozione di indoeuropeo e nei mille dèi della guerra indoeuropei: allora l’Europa non dovrebbe riconoscersi sotto il segno dell’accoglienza, cioè dell’inclusione di ciò che è ad essa estraneo, ma nella esclusione di ciò che, erroneamente, viene da tempo considerato parte integrante della propria natura.
M. Cacciari, L’Arcipelago, Adelphi, Milano 1997, pp. 148-9.