Un lumacone si aggira per le vecchie biblioteche bavose: l’Eco-lumacone.
Risposta a Umberto Eco
Si può anche dire che Dante era un cattivo poeta: ma bisogna dirlo dopo almeno trecento pagine di serrata analisi dei testi danteschi.
U. Eco, Come si fa una tesi di laurea, Bompiani, Milano 2001, p. 20.
Dante era un poeta mediocre perché gli Italiani sono un popolo di bastardi e un popolo di bastardi non può avere un grande poeta.
L’opera di Sade
«The idea that there is an interrelationship between ecological conditions and ways of life is old; it appears in the Enlightenment philosophy of the mid- to late eighteenth century (for instance in Montesquieu and in the Marquis de Sade’s non-pornographic writings).» (Th.H. Eriksen, Small Places, Large Issues, Pluto Press, London 2001, p. 193).
Sade andrebbe affrontato non solo come autore di opere libertine, ma nell’insieme della sua opera. Si vedrebbe allora che cosa porta alla creazione di quelle due costruzioni tipicamente sadiane: il romanzo enciclopedico (Le 120 giornate e, a quanto sembra, Le giornate di Florebelle) e il romanzo per accumulo di episodi (Justine, Juliette). Infatti nessuno ha affrontato l’opera di Sade nella sua integrità. Quando essa è stata analizzata (Lely, Klossowski, Barthes, Lacan, John Phillips) ci si è limitati ai romanzi libertini e alla Filosofia nel boudoir.
Da dove arriveranno i nuovi boia?
R.J. Lifton (I medici nazisti, Rizzoli 1988), libro che deve essere sempre pensato con attenzione, collegava la possibilità che avrebbe una società di procurarsi i boia alla struttura dei medici. Il testo riconosceva tale possibilità operante soprattutto nei campi di concentramento nazisti e durante il genocidio degli Armeni ad opera dei Turchi.
Ma è possibile una nuova origine. I nuovi boia andrebbero trovati nelle varie fasce di una società che autenticamente abbia lasciato dietro di sé il cristianesimo.
La pallottola caricata a salve e la falsa iniezione letale mostrano quanto sia ancora lontana una società in grado di creare da sé i nuovi boia, e quanto sia ancora radicato il virus del cristianesimo.
Manca una sana educazione all’arte sana del boia. Il boia è colui che agisce in nome di Dio. È Dio che chiede la soppressione di alcune razze. Razze che Dio ha posto nella creazione solo perché una società riconoscesse poi il dovere di sopprimerle – e quindi chiamasse in sé i nuovi boia.
Per come la vedo io, disprezzare un Indio, uno Zingaro, un Italiano non è fare torto a un essere umano, ma è rispettare Dio. Dio (questo grande burlone, grande artista e grande aristocratico) ha creato le razze degenerate non per un errore, ma perché gli uomini giungano alla conoscenza; dimostrando così di essere pronti per l’epoca del grande disprezzo. Epoca che porterà gli uomini all’arte fra tutte più vicina a quella divina: la consapevole soppressione di una parte della creazione divina e infine dello stesso concetto di “Dio”. Ma arte consapevole e gioiosa. Epoca nella quale gli uomini potranno manifestare, con tali azioni, frutto della conoscenza, la giusta ammirazione per la creazione divina.
Europa, ovvero la terra minacciata
Si parla tanto di una Europa minacciata dall’islamismo. Una minaccia si aggira per l’Europa. Non è la prima volta che succede. Era già capitato con il comunismo.
L’islamismo è il perfezionamento del cristianesimo. Così come il comunismo è il perfezionamento del cristianesimo.
Guardando la cosa dal punto di vista della storia delle religioni, la minaccia per l’Europa è rappresentata dal monoteismo.
Parlo di una minaccia stanziale, solidamente radicata sul territorio, tesa a rivendicare una tradizione, non di una minaccia nomade.
L’ho già detto altre volte: l’Europa deve scacciare da sé il dio degli Ebrei e il dio degli Arabi. Deve scrollarsi di dosso il monoteismo semita e ritrovare le proprie origini politeistiche, cioè ritrovare il vero politeismo della razza bianca celto germanica.
Solo allora, dopo il sogno di questo passaggio, l’Europa potrà veramente fare i conti con l’altra minaccia semita: il comunismo.
L’Europa deve solo fare i conti con la razza semita.