Terra dove andare

Per Carl Schmitt (Il nomos della terra) la parola greca nomos comprende la prima misurazione della terra a seguito di una occupazione. C’è un collegamento che riguarda nomos e occupazione della terra. «L’anello di recinzione, la cinta formata da uomini, il Mannring, sono forme originarie della comunità di culto, giuridica e politica» (p. 65).
Il greco nomos può essere accostato al verbo islandese nema. Cleasby-Vigfusson (An Icelandic-English Dictionary, s.v. nema) riporta anche: «in a lawful sense, nema land, to take possession of a land as a settler». landnám è «the taking land, a law term» (ibid., s.v.). Il derivato landnámamaðr indica l’uomo (maðr) che ha preso (rad. nema) la terra (land), attuando in essa il proprio insediamento.
Un testo medioevale islandese si chiama Landnámabók: libro (bók) della presa della terra (landnáma), ed è un resoconto della presa della terra in Islanda. In questo testo si riportano diversi modi di prendere la terra. Ma il prendere la terra era allora un qualcosa legato a una scelta su cui l’individuo non esercitava scelta, fuorché la scelta di non esercitare scelta. Landnámabók: «Þá er Ingólfr sá Ísland, skaut hann fyrir borð öndugissúlum sínum til heilla; hann mælti svá fyrir, at hann skyldi þar byggja, er súlurnar kœmi á land.» (p. 42) [Quando Ingólfr vide l’Islanda, gettò fuori bordo i pilastri del suo seggio alto e disse che avrebbe costruito là dove i pilastri fossero arrivati a terra]. Scegliere la terra era dunque accettare un luogo verso il quale si era chiamati da una terra alla terra.
Una terra presa era una terra protetta da spiriti guardiani, che potevano accettare o respingere o chiamare coloro che sfioravano la terra. Un vento divino veniva così a proteggere la terra. Questo è l’incanto fragile che collega antica storiografia scandinava e antica storiografia giapponese.
Adesso si pensa alla terra solo come terra dove andare. Molti sono i modi di andare per la terra: andare per turismo, andare per sopravvivere, andare soltanto per abitare in un altro luogo della terra. Si vogliono difendere i diritti di coloro che vanno per la terra per sopravvivere. Si vuole accogliere in una terra che si sente come la propria. Dimenticando la cosa fondamentale: non è l’individuo a scegliere la terra dove abitare; ma la terra a chiamare il suo abitante.

Libri sfiorati:
     C. Schmitt Il nomos della terra, Adelphi, Milano 1998.
     Cleasby, Vigfusson, Craigie An Icelandic-English Dictionary, Oxford University Press, Oxford 1986.
     Íslendingabók – Landnámabók, Íslenzk fornrit, Reykjavík 1986.