Il razzismo non è ciò che deve essere favorito oppure osteggiato (secondo quanto sembra sostenere il fantasma dell’incitamento all’odio razziale – che, con triste insistenza, riunisce le posizioni di entrambi gli schieramenti), ma ciò che deve essere pensato.
Questo perché le teorie razziste sono teorie di tipo antropologico e filosofico, che nulla hanno a che fare con quanto oggi viene definito, attraverso i tanti mezzi di comunicazione di massa, con il termine “razzismo”.
Bisogna, prima di tutto, riprendersi le parole. Poi verrà, di conseguenza, il momento di riprendersi la terra. (Solo il destino di una fogliolina d’autunno unisce, a volte, per caso, una parola e la sua terra.)
Nell’epoca della modernità – quale predominio assoluto della razionalità – il razzismo è ciò che rimane da pensare.