Il romanzo non può cogliere quest’epoca di tramonto ed eclissi dell’individualità perché il romanzo è l’epopea dell’individualità.
Con inutile ridondanza il romanzo postmoderno segna la fine di ciò che, in sé, il romanzo aveva già potuto condurre a compimento.
Curiosamente, per il romanzo potrebbe aprirsi la possibilità di una “epopea della razza”, che avrà ben poco del romanzo e qualcosa dell’epopea; che avrà qualcosa del romanzo e ben poco dell’epopea.
L’individuo non sarà più centro focale e centro vocale, cioè assunto di fuga. Perché proprio l’individuo sarà ciò su cui di volta in volta convergeranno i raggi. Raggi e centro verrebbero raccontati solo insieme al vuoto che sta fra di loro. Come in un tempo musicale, in una battuta l’individuo comparirebbe, nella battuta successiva scomparirebbe.