«La più grande obiezione che si possa avanzare contro il progetto di una “Europa unita” consiste nella insistenza con la quale ancora oggi viene riconosciuta la presenza di razze inferiori in Europa da parte di coloro che invece dovrebbero accettare passivamente il concetto di una “Europa unita”. Ho detto “razze inferiori”, anche se nessuno usa più questo termine. Le razze inferiori sono da sempre presenti in Europa. E lo sono ancora adesso – perfettamente riconoscibili – malgrado tutta la propaganda che mira a ottenere il riconoscimento del contrario. E allora? Nonostante la penetrazione della propaganda che ha il suo centro nei progetti di una “Europa unita”, di un rifiuto del razzismo, ecc., nessuno, in Europa, vuole avere un Negro, uno Zingaro, un Ebreo, un Indio o un Italiano come suo vicino di casa in quella che egli sente essere la propria vera casa in Europa; nella peggiore delle ipotesi, preferisce, di fatto, soltanto il fatto di non averlo. E in questo si può riconoscere ancora la salute dell’Europa.»