I veri Protocolli

Il complotto semita è connaturato alla razza semita. Umberto Eco balla in tutù nel cimitero di Praga. I testi di Umberto Eco hanno sempre qualcosa del balletto. È una vecchia musica stantia che richiama il balletto. Questo è poi un balletto che stana Stravinskij. L’arte deve portare il disordine in un mondo in cui l’ordine è ormai solo una minaccia – come si legge su una delle lapidi.
Notevole il saggio di Richard Maxwell, Manoscritti ritrovati, strane storie, metaromanzi (in Il romanzo. Vol. IV, Temi, luoghi, eroi, Einaudi, Torino 2003, pp. 237-60). Il saggio affronta il motivo dei falsi manoscritti ritrovati, i quali costituirebbero la fonte del testo infine stampato, cioè del romanzo che si ha tra le mani. Il tema comincia con Le meraviglie di là da Tule di Antonio Diogene e arriva fino al romanzo moderno. Si ramifica poi in una maniera particolare con la creazione di un falso documento a partire dalla scena di un romanzo, Biarritz di Hermann Goedsche. Nascono così I protocolli dei savi anziani di Sion.
Quante forme assume il romanzo! Nel saggio del Romanzo si fa notare la struttura di Dracula di Bram Stoker, composto fittiziamente da una massa eterogenea di pseudo-documenti (diari di vari personaggi, lettere, promemoria, telegrammi, memorandum, un diario di bordo, articoli di giornali) costituita per delineare il pericolo che sta minacciando l’umanità: cioè il vampiro; pericolo contro il quale bisogna adesso agire. La raccolta di materiale serve quindi per chiamare ad un intervento concreto.
L’Altro è nella forma-romanzo il diverso, che è il difforme e il mostro; che chiama la prosa della vicinanza. Questo è il senso del romanzo quando chiama una forma immediatamente ad esso superiore. La forma che chiama è la forma che reclama la forma immediatamente superiore. Quello che occorre, dopo il tempo del romanzo, è l’epica della distanza tra uguali – che fa a meno dell’Altro. Il romanzo è la forma della vicinanza prosastica; ora serve la forma della distanza epica. Non serve più l’Altro, perché bisogna cercare l’uguale – allo scopo di farne suonare la distanza. Bisogna passare dal romanzo alla nuova epica, fondata appunto sulla distanza fra uguali.
È giusto unificare tema dell’Altro e romanzo? Sì, se per romanzo si intende adesso la ricerca di questa nuova forma epica, l’epica della distanza tra uguali. Si può parlare di “forma-romanzo” così come si parla di “forma-sonata”.
In realtà qui è questione del rapporto tra vero e verosimile, che è all’origine del romanzo, cioè di un genere che imita la storiografia – ma, soprattutto, che la imita inventandola. I primi quattro volumi del Romanzo Einaudi (il quinto contiene solo saggi su romanzi) insistono continuamente su questo rapporto. I Protocolli, evidentemente un falso fatto secondo le regole interne al verosimile del romanzo, sono invischiati in questo procedimento. Non sono veri, ma sono verosimili. Umberto Eco, in tutto il Cimitero di Praga, sfuma questo tema – o sottotema – concentrandosi sulla falsificazione in sé dei documenti. Ormai interessava solo abborracciare qualcosa che permettesse di essere usato contro la minaccia dell’antisemitismo.
Eppure questa verosimiglianza, che riguarda I protocolli, è ciò che concerne la razza semita. La razza semita è infatti quella cosa che vuole semitizzare il mondo. Lo si vede tanto dal cristianesimo quanto dall’islamismo. Esiste il falso perché esiste il vero. Il falso esiste solo in quanto copia del vero. Se I protocolli sono un falso (come infatti è vero che siano), la Bibbia e il Corano sono i “veri” Protocolli.

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