Una barzelletta in tre tempi:
Tempo 1: Viene indetto un congresso internazionale sull’elefante.
Tempo 2: I paesi di tutto il mondo presentano una relazione sull’elefante.
Tempo 3: L’Italia si presenta con la relazione: “L’elefante nella Resistenza”.
A partire dal secondo dopoguerra, Maledetta Italia e Resistenza costituiscono un binomio inscindibile.
Dio stramaledica l’Italia!
Ma girovagando lungo la Resistenza, c’è un aspetto che non è ancora stato considerato: la possibilità – offerta appunto dalla Resistenza – di esplorare in modo definitivo gli Italiani. Ma in che modo? In quanto razza degenerata.
Perché “in modo definitivo”? perché si spera che agli Italiani non rimanga molto tempo da vivere.
Nel meticciato italiano è il segreto della degenerazione dell’Europa.
Italia: Maledetto Paese! Una nuova storia della Resistenza.
Smascherare la Resistenza non è solo togliere vita agli Italiani. Per questo vale la pena tornare a parlare di Resistenza.
Nella fine di quello sgorbio di nazione che è l’Italia sta il segreto di quello che l’Europa può finalmente essere.
Niente dimostra più della Resistenza il carattere degenerato del popolo italiano. E questo è alla fine il nuovo modo di considerare la Resistenza. Un modo di considerarla che parte dalle caratteristiche del popolo italiano. Quali sono le caratteristiche del popolo italiano? la tendenza al tradimento, il carattere infido, la naturalezza nel tendere agguati, la maestria nel colpire alle spalle, il piacere provato nel tramare inganni e complotti, l’arte di dissimulare intenzioni fraudolente, la banale semplicità manifestata nell’uccidere. Brutte caratteristiche! Brutta razza! Ma niente, più della Resistenza, ha permesso al popolo italiano di manifestare tutto questo. Perché? Perché la Resistenza permette di proiettare il patrimonio delle ignobili caratteristiche del popolo italiano nel progetto di un’epica che pretende di vedere la nascita di una nazione. Nazione in realtà fasulla. Non suona, tutto questo, come la redenzione del redentore? Ma di quale Redentore? Non è la redenzione aspettata da quel Superuomo di massa sino ad allora sconfinato nelle appendici dei giornali? Quanto Superuomo di massa si nasconde nei romanzi della Resistenza?
Ma tutto questo deve essere contrapposto alla condotta tenuta dal Giappone durante la guerra. Sia chiaro: l’Italia ha fatto bene a tradire la Germania nazista; perché lì, nel soffio del tradimento della maledetta Italia, l’Italia ha potuto manifestare il suo vero, stranamente meschino carattere (semmai ce ne fosse bisogno!). L’Italia doveva tradire Hitler. Vero, come è vero che gli Italiani meritavano la stessa sorte toccata a Zingari ed Ebrei: carro bestiame e canna fumaria; vero, come è vero che l’Italia – e non il Giappone – meritava il lancio delle bombe atomiche.
Che cosa indica la storia dell’Italia, di questo sputo di terra messo insieme da quello sputo di massoni che erano i Carbonari? Un modo di percorrere un tempo (gioco delle tre carte) determinato come storia (gioco delle tre carte) con una fissità innaturale (gioco delle tre carte). Che è la logica del baro. Fissità che è tipica del meticciato. La fissità è qualcosa che caratterizza il meticciato. Vale la pena ricordare l’andatura del golem descritta da Meyrink? Dio e demonio al tempo della creazione: razze e meticci. La musica di Rossini ha quella stessa innaturalezza di esporsi al mondo. A malapena la musica di Rossini ricorda la musica. La musica di Rossini è un modo di abusare della musica. Di violentarla. Solo rigidità catatonica del tempo. Che si fa pura ricorrenza. Con Rossini la musica diventa un gioco da esperti battitori del tempo. Avete presente la scimmietta che gira la manovella dell’organetto? la musica degli Italiani è tutta lì. Ma questo è l’artificio tipico del meticciato. Il suo segreto. Guai all’epoca che fa di questo artificio un’arte! Perché il meticciato è solo replicazione golemica. Meticciato di tipo negro-semitoide e meticciato di tipo mongolide. Emil Gilels era uno che pestava sulla tastiera senza esprimere niente. Era lo zimbello ucraino messo a punto dal meticciato mongolide per rimpiazzare – replicandolo – il meticcio italiano Rossini. Ormai crepato da tempo.
Sto leggendo un po’ di commenti musicali.
Ma perché se la prende con Gilels che non è il massimo dei pianisti?
I più grandi sono tre, in ordine cronologico: Michelangeli, Sokolov e Zimerman.
Gli ultimi due sono ebrei ma intanto sono molto nazionalisti, Sokolov si sente profondamente russo e il polacco Zimerman ha interrotto un concerto a Los Angeles rifiutandosi di suonare l’ultimo pezzo dicendo ad alta voce davanti alla platea americana allibita che si rifiutava di continuare a esibirsi in un paese che interferisce negli affari interni della Polonia (in funzione anti russa); poi non suonano in maniera degenerata anzi suonano come dei padreterni se il polacco è elegantissimo e levigatissimo il russo si compiace di esprimere tutto il suo furor russicus che le assicuro è uno spettacolo memorabile (era, oggi è un po’ anzianotto).
Le metto due link che sono da vedere
https://m.youtube.com/watch?v=8r5kecJfS2I
Questo basta fino al minuto 2:35
https://m.youtube.com/watch?v=bVZMfa39tYU