Le bestemmie di Sade

Affinché l’Europa ritorni ad essere la terra del nuovo compiuto politeismo della razza bianca (celto-germanica) c’è bisogno di un periodo di mantenimento del monoteismo e del cristianesimo e dell’ateismo più intransigente. È il periodo in cui le bestemmie di Sade avranno vita. Insultare la divinità nella quale non si crede può sembrare una contraddizione nei termini. Il dio semita scenderà per la prima volta nella terra d’Europa con la sua vera fisionomia di feticcio e di meticcio. A lui sarà ormai riservata la stessa sorte toccata agli dèi della razza bianca con il trionfo del cristianesimo: un po’ feticcio, un po’ meticcio; un po’ farà ridere, un po’ farà senso, un po’ farà pietà. Calpesterà una terra che non conosce con le sue goffe zampe di uccello preistorico. Ma nessun poeta riconoscerà mai nella sua camminata l’andatura del superuomo. Strillerà con tutte le sue bocche e i suoi becchi per farsi notare. Ricorderà un mostriciattolo cubista, un handicappato mongoloide, un odioso criminale qualunque, un degenerato, uno scimmione negroide, un migrante alla fine delle forze, un caso di teratologia, un caso di antropologia criminale, un primitivo abbandonato a se stesso in un deserto lontano. Sarà un compendio di tutto ciò che l’appena passata e stupida epoca moderna aveva considerato altamente degno di cura. Sarà vigliacco, perché vigliacchi erano stati i popoli meticci che lo avevano riconosciuto come loro dio. Ma combatterà per l’ultima volta contro gli dèi della razza bianca d’Europa.

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